Costumi e scostumatezze mettono a nudo la politica

Versione audio dal podcast di Radio Sound 24

L’ultima è il flash mob del PD a Monfalcone, contro l’ordinanza preannunciata dalla sindaca leghista che vieterebbe il bagno vestiti. In spiaggia, beninteso. A casa propria si può fare quel che si vuole e le vasche da bagno sono comunque molto accoglienti.

Sicché un po’ di militanti di vario genere – della sinistra, dell’opposizione in generale, pro-migranti o semplicemente anti-leghisti – si sono presentati in spiaggia belli vestiti come per andare al supermercato, si sono sfilati scarpe e calzini, hanno arrotolato i pantaloni fin sopra il ginocchio e via, due passi nel mare.

Non credo che la grida della sindaca intendesse riferirsi alle normali passeggiate dei vecchietti, però.

S’è capito che la cosa era rivolta alla comunità musulmana, perché la prima cittadina monfalconese ha prima di tutto scritto una lettera aperta, a dire il vero con toni un po’ eccessivi, rivolta proprio ai musulmani.

In realtà credo che il bersaglio sia giusto e sbagliato nello stesso tempo: non dà fastidio, non può dare fastidio, chi si fa il bagno vestito. Quello che crea quello “sconcerto” menzionato dalla sindaca è il gruppo.

Se io vado vestito in spiaggia, se mi faccio il bagno vestito, non interessa a nessuno. Perché sono da solo o al massimo in famiglia e si capisce che la motivazione non è religiosa. Un gruppo che fa comunella e che ha un’abitudine diversa, cioè un gruppo che si isola dalla società, fa un effetto diverso. E non è detto che si isolino deliberatamente, è semplicemente il ritrovarsi tra conterranei o consimili, parlare una lingua diversa dagli altri, agire in modo diverso. Ma se scrivi a una comunità denunciando determinati atteggiamenti e chiedendo quindi una maggiore integrazione va benissimo. Poi però l’idea dell’ordinanza per vietare di andare in spiaggia vestiti è controproducente, per diversi motivi: perché un’ordinanza prevede una sanzione, e se sanzioni uno devi sanzionare tutti, quindi anche i vecchietti che vogliono proteggersi la pelle dal sole, i viaggiatori che fermano l’auto e scendono un attimo in spiaggia per rinfrescarsi, chi va a cavallo e chi va in bicicletta, insomma tutti quelli che per una ragione o per l’altra si presentano vestiti sull’arenile. Se sanzioni solo i musulmani come li selezioni? Perché parlano arabo, perché sono brutti, o che altro? Gli chiedi la religione? Niente di tutto questo? E allora sarà il caso di precisare che la cosa riguarda i gruppi, e poi tocca precisare quali gruppi e fatti come, eccetera. E poi ti diranno che i gruppi vestiti in spiaggia ci vanno anche la sera, che bevono e si droghicchiano pure un po’ ma nessuno gli fa niente, perché sono locali. E poi ci sono le famiglie che in spiaggia ci tornano alla sera per farsi l’aperitivo davanti al mare, eccetera.

Ma la cosa più importante è che così non li integri: al contrario, li isoli. Perché se gli imponi il costume da bagno e questo non è nei loro… costumi, questi in spiaggia non ci vanno più, e ci saranno meno occasioni per abituarsi alla mentalità locale e capirsi meglio. Meglio il dialogo.

Devo dire che sono piuttosto d’accordo con il sindaco di Rimini: “chi va in spiaggia vestito perde parte del piacere di farsi una bella nuotata”, ha detto, aggiungendo di ritenere che ciascuno debba essere libero di viversi il mare come meglio crede. Anche a me l’ordinanza non sembra una buona idea, ma da qui a criminalizzarla ce ne passa: in fondo ricalca i regolamenti delle piscine francesi, per esempio.

E poi fa seguito a tutte le ordinanze, in decine di comuni italiani, sul comportamento da adottare non appena si lascia la spiaggia: vietato girare in costume da bagno. Insomma a Monfalcone rischi la multa perché hai i vestiti in spiaggia, altrove ti multano perché giri in costume da bagno. Una tutela del decoro che rischia di impegnare oltremisura vigili e magistrati, tant’è difficile da applicare, in entrambi i casi. Qual è la fascia di sicurezza dentro e fuori la spiaggia? Cioè, fino al parcheggio si può ancora indossare il costume? O per rientrare nella propria abitazione? E quando s’arriva in spiaggia, quant’è il tempo concesso per cambiarsi?

Piccole follie di mezza estate.